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10-1-2021
Battesimo di Gesù
1° mistero della Luce
La Festa del Battesimo di Gesù conclude il periodo natalizio dell'anno
liturgico.
Nell’atto battesimale cui si sottopose Gesù, c’è tutto il simbolismo della
dottrina cristiana, che allacciandosi alla tradizione del Vecchio
Testamento, apre la strada della nuova concezione di “Figli di Dio”,
attraverso lo Spirito Santo.
Mentre Giovanni Battista sulla sponda del fiume Giordano diceva a tutti,
“Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, che vi
battezzerà in Spirito Santo e Fuoco ...”. LC.3:16). Gesù, si avvicino per
ricevere il Battesimo, per solidarizzare con quei penitenti, anche se
innocente da ogni colpa, e santificare con la sua presenza l’atto che non
sarà più di sola purificazione e perdono dei peccati, ma anche di venuta
in ognuno di noi dello Spirito di Dio che rappresenta la riconciliazione
divina con il genere umano, dopo il peccato originale. Giovanni chiarisce
il senso del battesimo: in realtà si tratta di una purificazione, ma "si
distingue dalle abituali abluzioni religiose" di quel tempo, e come
confermò papa Benedetto deve essere il compimento concreto di un cambio
che determina, in un modo nuovo e per sempre tutta la vita".
Purificazione, certamente però per spogliarci del “uomo vecchio” e, per
mezzo della grazia, nascere di nuovo fino al punto di convertirci in un
nuovo essere.
L’evangelista Matteo scrive: appena uscito dall’acqua, si aprirono i cieli
e si udì una voce dal cielo che diceva “Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 13-17).
Nel Giordano, per la prima volta, il Cielo è “aperto” e il segreto
nascosto di Dio, la Trinità, è manifestato.
Non si dica: Gesù è battezzato e in Lui viene lo Spirito, lo Spirito è già
in Lui e si manifesta nell’occasione con il simbolo della Colomba. Lo
Spirito che si rivela è lo Spirito che sempre abita in Gesù dal primo
istante del suo concepimento.
La redazione C.
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6-1-2021
Epifania
Il 6 gennaio la Chiesa Cattolica festeggia l'adorazione di Gesù
da parte dei “Magi”.
L’origine di questa festa è antichissima, sembra risalga al II° sec. d.C.
Verso il IV° sec. la festa si diffuse in occidente e fu adottata dalla
Chiesa di Roma nel V° secolo.
I Magi, che rappresentano le religioni pagane venuti dall'Oriente, alla
luce messianica della stella di Davide, cercano in Israele colui che sarà
il re delle nazioni per adorarlo. "Abbiamo visto sorgere la sua stella, e
siamo venuti per adorarlo". (Mt 2,2)
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella
casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono.
Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
(Matteo 2.10.11).
L’epifania celebra la rivelazione di Dio agli uomini nel suo Figlio. La
manifestazione di Gesù come Messia d'Israele, Figlio di Dio e Salvatore
del mondo. Infatti, in greco, significa “apparizione” o “rivelazione”.
La redazione C.
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1-1-2021
54° GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2021
La Giornata mondiale della Pace è una ricorrenza istituita da
papa Paolo VI, con un messaggio datato 8 dicembre 1967, con lo scopo di
dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la
pace.
È nel nome di Maria, madre di Dio e madre degli uomini, che si celebra in
tutto il mondo la "Giornata della Pace" che, in senso biblico, è il dono
messianico per eccellenza, è la salvezza portata da Gesù, è la nostra
riconciliazione e pacificazione con Dio.
La prima ricorrenza è stata celebrata il 1º gennaio 1968. Da quell'anno il
Pontefice della Chiesa cattolica invia ai capi delle nazioni e a tutti gli
uomini di buona volontà un messaggio che invita alla riflessione sul tema
della pace.
La redazione C.
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1-1-2021
Solennità di Maria SS. Madre di Dio.
In questa giornata, la Chiesa contempla riconoscente la
maternità della Madre di Dio, modello della Sua propria maternità per
tutti noi. Questa Solennità detta anche ottava di Natale è la prima festa
mariana comparsa nella Chiesa occidentale. Questa verità di fede è stata
manifestata, già anticamente nella pietà popolare, prima ancora del
concilio di Efeso del 431. Si può dire che: la sorgente di tutte le feste
mariane e dei privilegi di Maria, vengono proprio dalla sua maternità
divina, come recitiamo nella preghiera dell’Ave Maria "Santa Maria, Madre
di Dio ….”. Se Gesù è il Figlio dell’Altissimo, allora Maria è anche Madre
di questo Figlio. È chiaro che questa solennità riceve luce e contenuto a
partire dal mistero dell’incarnazione.
"Senza passare attraverso lo sguardo della Madre, non si può arrivare al
cospetto del Padre".
La redazione C.
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29-12-2020
Festa della Sacra Famiglia
Dio ci ha dato un vero modello di vita.
La celebrazione fu istituita per dare un esempio all’istituzione della
famiglia, prendendo a riferimento i tre personaggi che la componevano,
figure eccezionali sì ma con tutte le caratteristiche di ogni essere
umano. Le tre persone che la componevano: Maria la prescelta fra tutte le
creature seguì il suo sposalizio con Giuseppe, secondo i disegni di Dio,
conservando la sua verginità fino a divenire, con la maternità, la madre
del Figlio di Dio e di tutti gli uomini. A lei toccò allevare il Divino
Bambino con tutte le premure di una madre normale, ma con la grande
responsabilità per il compito affidatole da Dio.
Attualmente è celebrata la domenica dopo il Natale o il 30 dicembre negli
anni in cui il Natale cade di domenica.
Nel XVII sec. era celebrata localmente; papa Leone XIII nel 1895, la fissò
alla III° domenica dopo l’Epifania, ma fu papa Benedetto XV che nel 1921
la estese a tutta la Chiesa.
La Santa Famiglia è certamente unica, ma al tempo stesso è “modello di
vita” per ogni famiglia, perché Gesù, vero uomo, ha voluto nascere in una
famiglia umana e così facendo l’ha benedetta e consacrata.
Infatti, per Maria e Giuseppe, il Bambino è assieme il loro Dio e il loro
prossimo più caro.
Nella famiglia di Nazareth gli "atti di culto dovuti a Dio" coincisero con
le normali espressioni colloquiali che ogni genitore rivolge al proprio
bambino e con le normali cure con cui Maria nutriva e vestiva il Bambino
Gesù. In questa famiglia Gesù è cresciuto, ha praticato un mestiere, ha
avuto accanto una madre e un padre amorevoli che gli sono stati maestri.
Fu allora che cominciò la storia di tutte le famiglie cristiane. Le
famiglie che si formano, devono guardare alla famiglia di Nazareth e
l’amore che ha unito la Santa Famiglia deve esserne il collante.
La redazione C.
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25 Dicembre 2020
Natale (nascita del Signore)
Terzo mistero gaudioso
Il Natale cristiano è la venuta di Gesù, in mezzo a noi, per opera
dello Spirito Santo. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi” (Gv 1,14), così San Giovanni narra il Natale nel prologo del suo
Vangelo. “Il Figlio si è fatto carne”. L’Emmanuele è la carne di Dio, la
carne del Dio-Figlio. Il Signore entra nella nostra storia non in modo
onnipotente, bensì umile, povero e fragile. La “povertà” della nascita,
rappresentato infreddolito e nudo sulla nuda terra, è una prefigurazione
del cammino della Croce che rappresenta l’esito conclusivo del cammino
della salvezza. Il bimbo di Betlemme è la forma più corposa e densa con la
quale Dio poteva darsi nella storia, segno del suo amore per l’umanità.
Egli ha assunto la natura umana affinché noi diventassimo come lui.
Natale! È tempo di riflessioni da fare personalmente, ma anche da vivere
all’interno della famiglia o delle nostre comunità. Tutti gli anni si
rinnova questo momento che coinvolge sia chi crede, sia chi non crede. Non
c’è nessun’altra festa cristiana, cosi carica di tradizioni e di fascino,
che abbia altrettanto richiamo popolare, con cerimonie e riti solenni; con
usanze a volte d’incerta origine che si perdono nei secoli passati e si
mescolano a simboli e usanze precedenti al cristianesimo. Difatti la data
del 25 dicembre è puramente simbolica, fu scelta dalla chiesa nel 440 d.C.
per farla coincidere con la festa pagana del "sol invictus" in onore del
dio del sole che si celebrava a Roma nel solstizio di dicembre: Cristo è
il vero Sole invincibile venuto per illuminare le genti.
La redazione C.
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Il Presepe
L'idea di ricostruire la scena del Natale è stata, secondo la
tradizione, voluta da S. Francesco: Inventore del presepe vivente.
Nel 1223 Francesco si era rifugiato nell'eremo di Greccio in Umbria e
chiese di preparare in una grotta la ricostruzione della notte della
Natività.
Davanti alla grotta fu celebrata una messa e Francesco, predicò e cantò.
Mentre risuonavano laudi e preghiere: "L'uomo di Dio stava davanti alla
mangiatoia, ricolmo di pietà, cosparso di lacrime e traboccante di gioia".
Erano nate così le più belle tradizioni della festa cristiana; la Messa di
mezzanotte e il Presepe vivente.
IL Natale è luce in una notte buia, gioia, speranza; ma anche emozione che
leggiamo nel volto della gente quando prepara, sceglie e osserva le
statuine, in una scenografia, dove lo sguardo si concentra su quella
famiglia, sul Bambin Gesù: è il Presepe.
È lui il segno, il protagonista delle nostre chiese e case, quello che
accomuna il mondo cristiano.
Più semplice è, meglio rispecchia il sentimento religioso, via le
sfarzosità che denotano solo vanità e contrastano con la realtà che il
presepe vuol presentare.
Voi bambini, incominciate presto a pensare al vostro presepe, poiché siete
soprattutto voi gli artefici di questa opera e voi genitori, aiutateli
nella costruzione del presepe, sopportando anche le esuberanze dei vostri
figli in questo.
Tante sono le cose che mutano col passar del tempo, ma il bisogno di pace
e amore che ci trasmette il presepe, non conosce tramonto.
La redazione C.
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08-12-2020
Solennità dell'Immacolata Concezione di Maria
La festa dell’Immacolata s’inserisce nel contesto liturgico
dell’Avvento-Natale, periodo particolarmente adatto al culto della Madre
di Gesù.
Con questa solennità si vuole indicare quel particolare privilegio in
virtù del quale la Madonna fu sin dal primo istante di vita preservata
immune da ogni macchia della colpa originale, non come frutto della sua
fede, ma come dono gratuito di Dio, come solennemente definito da papa Pio
IX.
Dio scommette su questa donna, già dal suo concepimento, riempiendola così
tanto di grazia, da non lasciare posto al peccato originale. Non poteva
esserci spazio per il peccato nell'anima di colei che poteva germinare il
Figlio dell'Altissimo.
Spesso parlando dell’Immacolata Concezione ci si sofferma esclusivamente
sull’assenza del peccato originale mentre è anche molto importante
evidenziare l’aspetto della “Pienezza di Grazia e benedetta tra le donne”
(come recitiamo nell’Ave Maria).
Maria che succede ad Eva nella promessa fatta ai nostri progenitori, “Io
porrò inimicizia tra te e la donna…… questa ti schiaccerà la testa” (Gen.3,15)
e “la Vergine che concepirà e partorirà un figlio il cui nome sarà
Emmanuele”. (Isaia 7,14).
In virtù del suo immacolato concepimento, Maria è l’unica creatura che ha
vissuto davvero in pienezza la propria esistenza secondo il piano di Dio,
l’unica che ha sempre amato Dio profondamente e in modo pieno sopra ogni
cosa.
Aspetti storici:
La storia della devozione per Maria Immacolata risale ai primi secoli del
Cristianesimo: difatti, a partire dal V° secolo, alcuni Padri della chiesa
d’Oriente, avevano avuto espressioni che la ponevano al di sopra del
peccato originale, formalmente definito dalla Chiesa nel secondo Concilio
di Costantinopoli del 553 secondo il quale Maria è rimasta vergine prima,
durante e dopo la nascita di Gesù.
Nel 1830 la Vergine apparve, a Parigi, a S. Caterina Labouré, la quale
diffuse poi una "medaglia miracolosa" con l'immagine dell'Immacolata che
suscitò un'intensa devozione, tanto che i Vescovi chiesero a Roma la
definizione di quel dogma.
L’Immacolata Concezione di Maria, proclamato ufficialmente dogma della
Chiesa Cattolica l’8 dicembre 1854 da Papa Pio IX (Mess.Rom.), non
introduce alcuna novità; ha solo “certificato e ufficializzato” una realtà
già ampiamente affermata. Il Dogma sancisce l'immunità della Vergine Maria
dal peccato originale, tutta pura cioè Immacolata e, quattro mesi dopo, le
apparizioni di Lourdes apparvero come una prodigiosa conferma del dogma.
L'episodio è considerato verità di fede da tutte le confessioni cristiane,
le quali fondano la propria dottrina sui vangeli. Anche se nella devozione
Cattolica, la solennità dell’Immacolata è principalmente collegata con le
apparizioni di Lourdes del 1858.
La redazione C.
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Avvento 2020
Andiamo incontro al Signore che viene.
Nei riti cristiani occidentali l'Avvento segna l'inizio del
nuovo anno liturgico e termina con la Solennità di Cristo Re.
L'origine del tempo di Avvento viene individuata tra il IV e il VI secolo.
La prima celebrazione del Natale, a Roma, a cui ci porta l’Avvento, risale
all’anno 336, ma solo nel VI secolo si è creato un tempo di preparazione,
di riflessione e di penitenza che assumerà più avanti un vero e proprio
carattere liturgico.
L'Avvento (dal latino adventus=venuta) è un periodo ricalcato sul modello
di preparazione alla Pasqua.
-La prima parte di esso è orientata all'annunciazione della venuta
gloriosa di Cristo.
-la seconda parte è concentrata sulla nascita del figlio di Dio e
sull'incarnazione del Verbo.
Durante l’Avvento sul presbiterio ci sarà una corona “Corona dell'Avvento”
decorata con candele che scandiscono le settimane che mancano alla nascita
di Cristo e verranno accese una alla volta per ogni domenica di Avvento.
Se durante questo periodo non si recita il Gloria, ciò succede per una
ragione differente rispetto al periodo penitenziale pasquale: il canto
degli angeli sopra l’accampamento dei pastori "Gloria a Dio nel più alto
dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 2,14) deve
risuonare a Natale ancora una volta come un nuovo messaggio.
L'Avvento è un periodo di quattro settimane, contraddistinto da un
atteggiamento d'attesa e di preparazione per l'accoglienza del Messia,
all'insegna della vigilanza e della preghiera.
Tempo di attesa e speranza, ma anche tempo di ascolto attivo e di
riflessione interiore, di rinnovamento spirituale, in cui il desiderio di
Dio si rianima e diventa capace di dare un nuovo orientamento al nostro
agire quotidiano.
La redazione C.
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22-11-2020
Solennità di Cristo Re.
N.S. Gesù Cristo, Re dell’Universo: a lui appartengono la gloria e il
potere. Cristo conquista, con il suo amore, ed esprime il suo dominio
nell’umiltà del servizio.
Nella Chiesa cattolica, Cristo rappresenta il Re dell’Universo a cui tutti
gli uomini e le altre creature sono soggetti.
La festa di Cristo Re è stata istituita da Pio XI nell'anno 1925.
Importante è, per noi, ripensare a come fù offerta per la prima volta al
mondo la visione di tale regalità. Nel dialogo con Pilato, Gesù afferma la
sua regalità: “Io sono Re..... Il mio regno non è di questo mondo, non è
di quaggiù”. .... Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel
mondo: per dare testimonianza alla verità". (Giov. 18.36-37). Pilato
esclamò indicando Gesù: "Ecco il vostro Re!". Inconsciamente dice una
grande verità, ha la corona... ma di spine: ha come scettro una canna: gli
è rimasto di salire in trono: ci salirà poco dopo, quando sarà innalzato
sulla croce. Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui è il re dei
Giudei”. Uno dei malfattori appesi alla croce disse: “Gesù, ricordati di
me quando entrerai nel tuo regno”. Gesù rispose: “In verità io ti dico:
oggi con me sarai nel paradiso”.
La sua regalità di Gesù viene da Dio Padre e non consiste nell’uso della
forza nel governare, ma nel dare testimonianza alla verità. (Vangelo). Al
«potere» Gesù sostituisce la «verità» e non si serve della verità, ma la
testimonia. A causa della forza dirompente della verità, che è la
rivelazione dell’amore di Dio, egli fu condotto a morte, ma risuscitò. Noi
sappiamo che questa immagine umile e dolorosa non toglie nulla al Potere
di Cristo, se solo riflettiamo che si tratta di un Potere d'Amore e di
Dono.
Pio XI spiegava parlando del regno di Cristo, “principalmente spirituale e
attiene alle cose spirituali” e contrapposto unicamente a quello di
Satana. Ed è bello risentire, nella liturgia di questo giorno, che Gesù
vuole far parte della sua regalità a tutti i cristiani: a tutti coloro,
cioè, che accettano il mistero di una signoria che non teme di diventare
"Regale servizio". Lo chiediamo ad ogni "Padre nostro" con l'invocazione:
“Venga il tuo Regno!”. Tale Regno, peraltro, già misteriosamente presente,
troverà pieno compimento alla fine dei tempi, alla seconda venuta di
Cristo.
La redazione C.
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21-11-2020
Presentazione della B. V. Maria al tempio.
La Presentazione della B. V. Maria è una memoria liturgica
della Chiesa cattolica che ricorda la presentazione di Maria, ancora
bambina, al Tempio di Gerusalemme.
Di origine devozionale, essa appare per la prima volta, nel cosiddetto
Protovangelo di Giacomo (II-III secolo), del fatto non vi è menzione nei
Vangeli.
Oggetto diretto della festa è un avvenimento della vita di Maria: ella,
all'età di soli tre anni, sarebbe stata condotta dai genitori Anna e
Gioacchino a Gerusalemme, per essere offerta al Signore nel Tempio, dove
sarebbe rimasta fino all'età di dodici anni, dedita unicamente alla pietà
e al servizio del Santuario.
La festa celebra la dedicazione che fece Maria di se stessa a Dio fin
dall’infanzia, sotto l’azione dello Spirito Santo, della cui grazia era
stata riempita già nella sua immacolata concezione. In essa vien
commemorato uno dei misteri della vita di Colei che Dio ha scelto come
Madre del Suo Figlio e come Madre della Chiesa.
La celebrazione liturgica, che risale al secolo VI in Oriente e al secolo
XIV in Occidente, dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di
sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore. (Mess.
Rom.).
La redazione C.
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15-11-2020
Giornata mondiale dei Poveri
La Giornata mondiale dei poveri, che si è celebrata per la prima volta il
19 novembre 2017, è stata istituita da Papa Francesco al termine del
Giubileo della misericordia, nella lettera apostolica “Misericordia et
misera”. “
Alla luce del Giubileo delle persone socialmente escluse, mentre in tutte
le cattedrali e nei santuari del mondo si chiudevano le Porte della
Misericordia, ho intuito che, come ulteriore segno concreto di questo Anno
Santo straordinario, si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella
ricorrenza della XXXIII domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale
dei poveri”, ha scritto papa Francesco a conclusione della lettera
apostolica. È lui stesso, così, a rivelare la genesi della sua iniziativa,
pensata in uno dei momenti più commoventi del Giubileo, in una piazza San
Pietro popolata da migliaia di senza tetto, poveri ed emarginati.
La redazione C.
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9-11-2020
Dedicazione della Basilica Lateranense o Cattedrale di Roma
L'anniversario della dedicazione della basilica Lateranense, fu celebrato,
a quanto sembra fin dal secolo XII, il 9 novembre. Inizialmente fu una
festa solo della città di Roma. In seguito la celebrazione fu estesa a
tutte le chiese di rito romano
Questa basilica, fondata nel IV secolo, è considerata la chiesa “madre
di tutte le chiese dell'Urbe (di Roma) e dell'Orbe (del mondo)".
L’annuale celebrazione in tutta la Chiesa latina è segno dell'amore e
dell'unità con il Romano Pontefice.
L'imperatore Costantino fece costruire sul colle Laterano a Roma la
basilica con un battistero e un palazzo che divenne la residenza dei
vescovi di Roma per molti secoli. La basilica inizialmente dedicata al
santissimo Salvatore, e poi, sotto il pontificato di san Gregorio Magno,
intitolata anche ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.
San Giovanni in Laterano è il simbolo della fede dei cristiani nei primi
secoli, che sentivano la necessità di riunirsi in un luogo comune e
consacrato per celebrare la Parola di Dio e i Sacri Misteri.
Luogo che richiama tutti alla via della santità: in essa, infatti, la
comunità dei battezzati ha una vera e propria casa. In essa si tennero
cinque Concili ecumenici. Per mille anni la storia di Roma cristiana
gravitò intorno a tale basilica, che papi, imperatori, re e fedeli
adornarono via via di preziosi donativi e di splendide opere d’arte, segno
della loro intensa fede in Cristo.
La redazione C.
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2-11-2020
Commemorazione di tutti i fedeli defunti.
La pietà verso i morti risale agli albori dell’umanità, mentre la
commemorazione liturgica di tutti i fedeli defunti, prende forma nel 998,
quando Sant’Odilone, monaco benedettino di Cluny (Francia) varò una legge
in cui tutti i monasteri della sua congregazione dovevano celebrare il 2
novembre il giorno dei morti.
A partire dal XIII° secolo, la festa era ormai riconosciuta da tutta la
Chiesa Occidentale, mentre Roma adottò questa pratica nel XIV° secolo e la
festa si diffuse in tutta la Chiesa.
Oggi una delle nostre tradizioni più radicate è la visita ai cimiteri per
andare a trovare i familiari defunti. La Chiesa ci invita a pregare per
tutti i defunti, non solo per quelli della nostra famiglia o per i più
cari, ma per tutti, soprattutto quelli che nessuno ricorda.
In questo giorno commemoriamo il mistero della Resurrezione di Cristo che
apre a tutti la via della resurrezione futura. La speranza cristiana trova
fondamento nella Bibbia, nella bontà e misericordia di Dio. «Io so che il
mio redentore è vivo e che, ultimo, si alzerà sulla polvere!»,
(Giobbe19,25) esclama Giobbe nel mezzo della sua tormentata vicenda. I
discepoli in tutta la loro esistenza sono guidati dallo Spirito del
Risorto; per questo i fedeli pregano per i loro cari defunti e confidano
nella loro intercessione.
La redazione C.
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1-11-2020
Solennità di tutti i Santi
Nella festa di tutti i Santi celebriamo ed invochiamo gli uomini
fedeli a Dio, coloro che hanno ricevuto la grazia d’ascoltare il Vangelo
trasformandolo in opere di bene e in testimonianza concreta. Sono i
prescelti di Dio e non solo i canonizzati ma tutta l'innumerevole schiera
di coloro che sono scritti nel libro della vita, diventati nostri modelli
e intercessori presso Dio. Una moltitudine di giusti di ogni tempo,
lingua, razza e nazione, discepoli che nel silenzio del loro cuore hanno
dato una bella testimonianza d’amore a Dio e ai fratelli. È bello per noi
pensare, che in quella schiera ci siano anche i nostri parenti, amici,
forse nostra madre, nostro padre, che ci hanno fatto del bene senza che
noi ci accorgessimo. Tale pensiero c’è d’incoraggiamento perché alimenta
la nostra speranza di essere annoverati anche noi nel futuro tra i
festeggiati. Lo speriamo non per i nostri meriti, ma soltanto per la
grazia che Cristo Gesù ha meritato per noi. Celebriamo quindi la gioia di
essere anche noi chiamati alla Santità, incitati dall’esempio e allietati
dalla loro protezione.
ASPETTO STORICO
Le origini della Festa di Tutti i Santi o Ognissanti risale all’antica
cultura celtica. Nello stesso periodo storico, i romani festeggiavano un
giorno simile e quando i Romani conquistarono la Gallia, le due feste
pagane s’integrarono ed era il momento di maggior contatto tra il mondo
dei vivi e quello dei morti.
Il significato di questa festa, con l’affermarsi del cristianesimo,
divenne prettamente religioso e spirituale.
Nel VII secolo, Papa Bonifacio IV cambiò la festa pagana in cristiana e
venne chiamata ”Tutti i Santi”. Nell’835, Papa Gregorio IV fece coincidere
la data della festa cristiana con quella pagana portandola al 1° novembre
di ogni anno. Questo non bastò a sradicare il culto pagano, che viene
ancora oggi rievocato con la notte di Halloween il cui significato è:
vigilia di tutti i Santi.
Nel 1475 la festività di Ognissanti fu resa obbligatoria. da papa Sisto IV,
in tutta la Chiesa d’occidente.
La redazione C.
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7-10-2020
Festa della B.V. Maria del Rosario
Questa memoria Mariana si collega con la vittoria della battaglia di
Lepanto (1571), che arrestò la grande espansione dell'impero ottomano.
Papa Pio V attribuì la vittoria della flotta cristiana, avvenuta il 7 di
ottobre, all'intercessione della Vergine Maria, invocata con la preghiera
che il popolo cristiano aveva indirizzato alla Vergine nella forma del
S.Rosario. (Mess. Rom.)
In seguito a ciò il Papa introdusse nel calendario liturgico, per quello
stesso giorno, la festa della "Madonna della Vittoria" a perenne ricordo
della battaglia di Lepanto. Il successore papa Gregorio XIII la trasformò
in festa della "Madonna del Rosario".
In questo giorno con la preghiera del Rosario s’invoca la protezione della
santa Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la sua guida,
che fu associata all’incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di
Dio.
La redazione C.
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2-10-2020
Memoria degli Angeli Custodi.
Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia,
gli Angeli trovano l'origine del proprio nome “messaggero”. Non a caso,
nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere
un incarico, una missione. Chiamati in primo luogo a contemplare il volto
di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini, dal Signore,
per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa
presenza.
Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di
proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in
carcere viene liberato dal suo Angelo.
La devozione per gli Angeli è più antica di quella per i Santi: prese
particolare importanza nel Medioevo quando i monaci solitari ricercarono
la compagnia di queste invisibili creature e le sentirono presenti nel
loro silenzioso raccoglimento.
L'uso di un giorno particolare dedicata agli Angeli Custodi si diffuse
nella Spagna nel IV sec., e nel secolo successivo in Portogallo e più
tardi in Austria. Nel 1670, Papa Clemente X ne fissò la data al 2 ottobre.
Nella vita attuale, però, gli uomini trascurano sempre di più la propria
angelica compagnia, e non avvertono, ormai, la presenza di un puro
spirito.
Di solito si parla dell'Angelo Custode soltanto ai bambini; gli adulti,
invece, dimenticano il loro consigliere, il loro invisibile compagno di
viaggio, il testimone della loro vita e anche questo aumenta il senso
della desolazione che caratterizza il nostro tempo, nel quale si sono
lasciate cadere, come infantili, tante consolanti verità di fede. È
infatti, verità di fede che ogni cristiano riceve dal Battesimo, il
proprio Angelo Custode, che lo accompagna, lo ispira e lo guida, per tutta
la vita. «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi
passi» (Sal 90, 11).
La redazione C.
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2-10-2020
La festa dei nonni è un momento
d’incontro per dire "Grazie!" a chi ha dedicato tanto tempo ai nipoti,
seguendone i passi come angeli custodi. La ricorrenza viene festeggiata il
2 ottobre, data in cui la chiesa cattolica celebra gli Angeli Custodi.
La festa è stata introdotta in Italia con la Legge 159 del 2005, quale
momento per celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno
delle famiglie. Le istituzioni hanno così voluto sancire il ruolo che essi
rivestono nella nostra società ove rappresentano un importante punto di
riferimento, una risorsa di grande valore, un patrimonio di esperienza e
saggezza cui attingere, oltre che un concreto ed indispensabile aiuto
nell'educazione dei giovani all'interno delle famiglie.
I nonni sono figure insostituibili nell'infanzia di ogni bambino che,
diventato adulto, ne ricorderà per sempre le coccole, i giochi e i tanti
momenti spensierati.
La redazione C.
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Ottobre missionario, mese missionario per
eccellenza
“Come il Padre ha mandato me così anch'io mando voi” (Gv 20,24).
Dal Concilio Vaticano II (1962-1965) in poi si è venuta formando nella
Chiesa una nuova e più forte coscienza missionaria. Si è fatta strada
l’esigenza di un “tempo forte” dedicato alla missione universale della
Chiesa. Ecco che, un’intuizione dell’Opera della Propagazione della fede
italiana fece sì che il mese di ottobre fosse dedicato interamente alla
missione universale. Un mese scandito da un itinerario di cinque settimane
di cui la Giornata Missionaria Mondiale, fissata per la penultima domenica
di ottobre, costituisce il punto culminante del “Mese Missionario.
L’ottobre missionario si articola attraverso un cammino di cinque
settimane, in ognuna delle quali viene proposto un tema di riflessione:
Prima settimana: Contemplazione, fonte della testimonianza
missionaria
Seconda settimana: Vocazione, motivo essenziale dell’impegno
missionario
Terza settimana: Responsabilità, atteggiamento interiore per vivere
la missione.
Quarta settimana: Carità, cuore della missionarietà.
Quinta settimana: Ringraziamento, gratitudine verso Dio per il dono
della missione.
Questo appuntamento annuale ci invita a vivere intensamente i percorsi
liturgici e caritativi, mediante i quali Gesù ci forma alla sua scuola.
Papa Giovanni Paolo II° affermava: ”La fede si rafforza donandola!”
missionari, sacerdoti e laici, donano la loro testimonianza, nella
consapevolezza che “andare alle genti” è un impegno di ogni battezzato.
Il mese di ottobre è anche dedicato al Santo Rosario ed è ricco di
avvenimenti mariani.
Il 1 ottobre è S. Teresa di Gesù Bambino, dottore della Chiesa e
patrona della Missione.
La prima domenica di ottobre si recita la Supplica alla Vergine del
Santo Rosario di Pompei.
Il giorno 7 ottobre si festeggia la Madonna delle vittorie detta
anche del Rosario.
Il giorno 13 ottobre è l’anniversario dell’ultima apparizione della
Madonna di Fatima in cui avvenne il Miracolo del sole.
La redazione C.
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Breve storia della Via Crucis
La “Via
Crucis” è un esercizio di pietà. Esso, ripercorre l’ultima
parte della vita terrena di Gesù: il cammino della croce, dalla
condanna a morte alla crocifissione, morte e sepoltura.
Per secoli è stata e continua a esserlo ancora oggi, una
forma di devozione molto radicata nel popolo Cristiano. La
ragione è da ricercarsi, nel fatto che si tratta di un esercizio
devoto sulla figura umana e sofferente di Cristo.
I primi cristiani, e poi numerosi pellegrini, si recavano a
Gerusalemme per venerare la Via dolorosa di Gesù. Le prime forme
della Via Crucis possono essere ravvisate nella processione che
si snodava nel II secolo fra i tre edifici Sacri eretti sulla
cima del Golgota e nella Via Sacra, come si desume dalle
"cronache di viaggio" dei pellegrini del V e VI sec. Nel Medio
Evo inoltrato, l'entusiasmo sollevato dalle Crociate e la
presenza dei frati Minori Francescani, che avevano in custodia i
Luoghi Santi di Palestina, suscitò nei pellegrini, di ritorno
dalla Terrasanta, il desiderio di riprodurre tale pratica nella
propria terra. Il terreno di questa pratica è stato preparato
dalla devozione di S. Bernardo di Chiaravalle (t 1153), S.
Francesco d'Assisi (f 1226) e S. Bonaventura da Bagnoreggio (f
1274).
Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il
percorso, contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una
forte carica emotiva e rappresentò un modo di portare idealmente
a Gerusalemme ciascun credente.
La Via Crucis nasce dalla fusione di tre devozioni che si
diffusero, dal XV sec.: La devozione alle "Cadute di Cristo"
sotto la croce; La devozione ai "Cammini Dolorosi di Cristo",
che consiste nell'incedere processionale da una chiesa all'altra
in memoria dei percorsi di dolore compiuti da Cristo durante la
sua passione; e La devozione alle "Stazioni di Cristo",
momenti in cui Gesù si ferma durante il cammino verso il
Calvario, o perché stremato dalla fatica, o perché, mosso
dall'amore, cercando ancora di stabilire un dialogo con gli
uomini e le donne che partecipano alla sua passione.
La Via Crucis, nella sua forma attuale e nello stesso ordine, è
nata, in Spagna, nella prima metà del XVII sec. In seguito la
pratica passò dalla penisola iberica alla Sardegna e poi nella
penisola italica e uno dei più convinti ed efficaci ideatori e
propagatori della Via Crucis fu S. Leonardo da Porto Maurizio.
Fra le 572 Via Crucis da lui erette, la più famosa fu quella
insediata nel Colosseo nel 1750, per celebrare l'Anno Santo, su
richiesta di Benedetto XIV. Il Pontefice fece erigere 14 edicole
con le stazioni tradizionali e fece piantare al centro una
grande croce, meta della processione.
Abbattute le edicole e la croce, dopo il 1870, furono
ricollocate nel 1926 all’interno del Colosseo, dove si trovano
ancora oggi.
Nel 1964 è stata ripresa, da Paolo VI la tradizione del rito
della Via Crucis al Colosseo.
Le Stazioni, arrivata a noi (Via Crucis Tradizionale),
sono segnalate da una serie di 14 immagini, ma l’assenza di
momenti significativi dei racconti evangelici, ha portato a
elaborare schemi alternativi. Nel 1991 la tradizionale “Via
Crucis” di Giovanni Paolo II, al Colosseo, fu articolata secondo
il Vangelo (Via Crucis biblica) e da alcuni anni questo è
lo schema di tale cerimonia.
La redazione C.
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La Sindone
Il mistero dell’Uomo dei dolori
La sindone è un oggetto di grande devozione, vista sempre come un pegno
che Gesù ci ha lasciato in ricordo della drammatica della sua Passione,
morte e resurrezione. È un messaggio che Dio rivolge a ciascuno di noi, un
invito a rileggere i vangeli della Passione per riscoprire nella sua
drammatica la sofferenza dell’Uomo dei dolori, del giusto per eccellenza.
Nelle pieghe dei questo lenzuolo, l’uomo ritrova se stesso, il senso della
sua esistenza, la ragione della vita e la sua vocazione di figlio di Dio
destinato alla gloria.
Storia:
La Sindone è un lenzuolo di lino, delle dimensioni di circa m 4,42 x 1,13,
contenente una doppia immagine; una frontale e una dorsale di un uomo che
è stato flagellato, coronato di spine, crocifisso e trafitto da una lancia
al costato dopo la morte, proprio come descritto nei Vangeli. L'immagine è
contornata da due linee nere dovuti all'incendio avvenuto a Chambéry nel
1532.
Secondo la tradizione si tratta del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì
per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Questa tradizione ha trovato
numerosi riscontri dalle indagini scientifiche sul Lenzuolo e la
probabilità che sia autentica è altissima.
La redazione C.
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IL SEGNO DELLA CROCE,
e quel che c'è da sapere
Il gesto semplice che i cattolici fanno migliaia di volte nella loro vita
ha un significato più profondo di quanto la maggior parte di loro non
sappia. Sappiamo davvero cosa facciamo quando ci segniamo con la croce nel
nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo?
Molte persone eseguono semplicemente i movimenti del rito di segnarsi
senza capire perché lo fanno.
Il segno della croce è il segno più santo che ci sia, il segno della
nostra salvezza. Tutta la vita cristiana è racchiusa nel segno di croce:
ha inizio con il segno di croce al momento del Battesimo e termina sulla
terra con il segno di croce della sepoltura.
Quando facciamo il segno della croce facciamolo bene, non affrettato, un
segno lento, ampio, raccogliamoci dunque bene; perché è il segno più santo
che ci sia.
Quando ti fai il segno della croce stai esprimendo il credo in versione
ridotta, stai professando di credere nel Padre, nel Figlio e nello Spirito
Santo. Quando pronunci delle parole in nome di qualcuno, stai dichiarando
la loro presenza e ti stai mettendo alla loro presenza. Il segno della
croce rappresenta l’essere discepoli di Gesù.
SIGNIFICATO: è una professione di fede
Il segno della croce è un atto di devozione a Gesù Cristo; una
proclamazione delle principali verità della nostra Fede:
- con la sua forma, ci ricorda la croce di Cristo: l'incarnazione,
passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
- con le parole, esprimiamo l'unità e trinità di Dio: Padre, Figlio e
Spirito Santo.
- e poi è un rinnovo del sacramento del Battesimo, perché significa: “Sono
morto con Cristo e rinato a vita nuova”.
LE ORIGINI:
Il segno della croce è una pratica ed una forma di preghiera molto antica,
non ne risultano indicazioni nella Scrittura, ma nel IV° sec. San Basilio
affermava che il segno deriva dai tempi degli apostoli in cui veniva
utilizzato nell’amministrazione del battesimo.
Le prime testimonianze dell’uso del segno della croce si riferiscono al
piccolo segno di croce, l’unico allora in uso. Tertulliano, autore che
visse tra il II° e il III° sec., parla di un uso personale e diffuso di
questo gesto. Poco più tardi compaiono le prime testimonianze liturgiche
del gesto. L’uso di segnarsi anche il petto risale al V° sec.
nell’Oriente cristiano.
COME SI FA: Verso il X° secolo nella liturgia venne introdotto
il “grande segno della croce”. Il gesto viene spesso accompagnato da
una formula di preghiera: «Nel nome del Padre (testa), del Figlio
(petto) e dello Spirito Santo (spalle), Amen (mani giunte sul petto)».
La redazione C.
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PERCHÉ SI VA A MESSA LA DOMENICA?
Per molti cristiani è un obbligo, una
routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di
recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nel terzo
comandamento dato da Dio a Mosé “ricordati del giorno di sabato
per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente
al Signore.
Gli ebrei hanno sempre riservato il sabato a questo scopo. I cristiani
hanno invece scelto, come giorno del Signore, la domenica perché esso è il
giorno in cui Gesù è risorto.
IL RITO DELLA MESSA
Noi sappiamo che Gesù non ha esitato il sacrificio della sua vita.
Tuttavia, compiuto il Sacrificio sul Calvario, mancava, se così si può
dire, ancora qualcosa: un mezzo, uno strumento, perché tutti gli uomini ne
potessero beneficiare: questo Mezzo è la S. Messa, pensato da Cristo per
ogni cristiano. Messa e Calvario sono dunque il medesimo sacrificio. Se
sul Calvario Nostro Signore acquistò i meriti e le grazie per la salvezza
del genere umano, è nella Messa che li distribuisce.
La parte essenziale della Messa è la consacrazione del pane e del vino che
venne istituito e celebrato per anticipazione nel corso dell’Ultima Cena.
Il Concilio Vaticano II° ha affermando che la messa, la Cena del
Signore, costituisce il “culmine e l’origine” di tutto il nostro vivere
cristiano. La Messa è il centro propulsore di tutta la sua vitalità, di
tutta la sua forza; allora, il sacrificio Eucaristico è l'atto supremo di
amore a Dio che l'uomo può compiere, adorandolo per mezzo di Cristo Figlio
di Dio nello Spirito Santo. In sostanza il Concilio Vaticano II° ha
detto che il sacrificio Eucaristico è il centro della religione.
In definitiva il senso di andare in chiesa e celebrare il rito della
messa, per noi cristiani è quello di ringraziare colui che da sempre ci ha
amati, che sempre ci ama e che per sempre ci amerà. Gesù è presente nelle
letture che sono Parola sua, Parola ispirata dallo Spirito ed è presente
nel sacrificio eucaristico. Quindi non deve essere un obbligo, ma un
motivo di gioia e deve essere al primo posto nella vita.
LA MESSA LUNGO I SECOLI
Se dunque il Signore ha tracciato le linee fondamentali del Culto
liturgico cristiano, Gli Apostoli e la Chiesa hanno aggiunto in seguito
numerosi altri gesti e preghiere che servono a far capire meglio quello
che succede nella Consacrazione.
Il Concilio di Trento afferma che la S. Messa è un vero e proprio
sacrificio nel quale, sotto le apparenze sensibili del pane e del vino, il
sacerdote offre a Dio, sull’altare, il Corpo e il Sangue di Cristo. Il
Concilio di Trento prosegue qualificando questo Sacrificio come la
rinnovazione e la perpetuazione del Sacrificio della Croce e non una
semplice commemorazione di esso.
La riforma dopo il Concilio Vaticano II°
Principio fondante della riforma liturgica del Concilio è una
partecipazione cosciente, attiva e semplice dei fedeli alle liturgie. Una
delle principali conseguenze del nuovo rito della Messa, fù l'abbandono
del latino a favore delle lingue nazionali e lo spostamento degli altari,
portandoli al centro del presbiterio rivolto verso l'assemblea dei fedeli;
l'altare doveva risultare in tutto e per tutto una mensa. L'innovazione
incoraggia una partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia stessa. La
posizione del sacerdote verso l'assemblea dei fedeli ha il significato,
che "l'Eucaristia è un pasto consumato assieme al Signore".
La redazione C.
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«LA MESSA È NOIOSA?
È UN PROBLEMA VOSTRO, NON DELLA MESSA»
IL CARDINALE DOLAN SPIEGA PERCHÉ.
Quante volte voi genitori l’avete sentito dire dai vostri figli
la domenica mattina? Quante volte i nostri insegnanti e i nostri
catechisti l’hanno sentito mentre preparavano i bambini per la
Messa? E, ammettiamolo, quante volte noi stessi ce lo siamo
detti?
Cosa dire di fronte a una frase così infelice e quasi sacrilega?
Beh, innanzitutto: “No, non è così!”. Uno può trovare la Messa
noiosa, ma è un problema suo, non della Messa.
Ci sono nella vita diverse attività importanti che sono “noiose
e il loro valore non dipende dal grado di soddisfazione con cui
le facciamo. La Messa è importante per la salute della nostra
anima.
La noia è un nostro problema e, dicono i sociologi, lo è perché
siamo ormai abituati a esperienze mordi e fuggi, Grazie a Dio,
il valore di un evento non dipende dal fatto che possano
“annoiare” o meno, gli avvenimenti importanti non esistono per
emozionarci.
Questo è vero in particolar modo per il Santo Sacrificio della
Messa. Noi crediamo che ogni Messa è il rinnovarsi
dell’avvenimento più importante e decisivo che sia mai accaduto:
l’eterno, infinito sacrificio di lode di Dio Figlio a Dio Padre
su una croce. Pensiamoci un attimo: anche i soldati romani erano
“annoiati” quando deridevano Gesù e si giocavano a dadi la sua
tunica.
Secondo, non andiamo a Messa per cercare uno svago, ma per
pregare. Se i fiori sull’altare sono belli, se la musica è
piacevole, se l’aria condizionata funziona, se la predica è
corta e significativa, se attorno ci sono volti amici… tutto
questo di certo aiuta. Ma la Messa è efficace anche se tutte
queste cose mancano.
Perché la Messa non riguarda noi, ma Dio. E il valore della
Messa viene dalla nostra semplice ma profonda convinzione,
basata sulla fede, che per un’ora, la domenica, siamo parte di
qualcosa che “va al di là”, siamo innalzati verso l’eterno,
siamo partecipi di un mistero, unendoci a Cristo nel rendimento
di grazie, nell’amore, nel sacrificio di espiazione che offre
eternamente al Padre. Quello che fa Gesù funziona sempre e non è
mai noioso. La Messa non è un tedioso compito che assolviamo per
Dio, ma un miracolo che Gesù compie con e per noi.
di Timothy Dolan - Cardinale e Arcivescovo di New York
dal sito www.iltimone.org (adattato)
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ADORAZIONE EUCARISTICA
Adorare è: entrare nell’esperienza del paradiso.
L'Adorazione Eucaristica è una forma di preghiera della Chiesa
cattolica durante la quale il pane consacrato nell'Eucaristia
viene esposto solennemente ai fedeli.
L'adorazione è l’unico culto dovuto solo a Dio. Quando Satana
cercò di tentare Gesù nel deserto Gesù gli rispose con la
Scrittura: "Adora il Signore Dio tuo e a LUI SOLO rendi il
culto". (Matteo 4,10)
L’Adorazione Eucaristica è l’atto più alto dell’uomo nei
confronti del suo Creatore, mettersi ai suoi piedi in
atteggiamento di reverenza ed accoglienza di tutto quanto
proviene da Lui, nella consapevolezza che solo Lui conta. Chi
adora pone al centro della sua attenzione e del suo cuore, il
Dio Creatore e Salvatore di tutto l’universo. La Persona Divina
di Nostro Signore Gesù, presente nel SS.mo Sacramento, vuole che
noi gli parliamo; a sua volta Egli parlerà a noi.
Trattenendosi presso Cristo Signore, si gode della sua intima
familiarità. Questo colloquio è appunto la vera meditazione
eucaristica, è l'Adorazione. Sappiate che Nostro Signore vuole
il vostro cuore; vuole il pensiero e la preghiera di questo
cuore, come espressione del nostro amore per Lui.
Benedetto XVI a Lourdes il 15 settembre 2008: “Quando noi
contempliamo l’Ostia Santa, Corpo glorioso trasfigurato e
risuscitato di Gesù, noi contempliamo quello che contempleremo
nell’eternità”
Calcolate quell'ora di adorazione, come un'ora di Paradiso;
andateci come si va al banchetto divino. Dite a voi stessi: "Per
due o per un'ora io starò ad un'udienza di grazia e di amore,
presso Nostro Signore; è stato Lui ad invitarmi, ora mi attende,
mi desidera".
Quando vi capitasse un'ora che costa fatica alla natura,
rallegratevi, il vostro amore sarà più grande.
"L'adorazione eucaristica è una forza d'intercessione e di
liberazione che dona pace"( Card. Marc Ouellet)
Perché adorare
Perché solo Dio è degno di ricevere tutta la nostra lode e la
nostra adorazione per sempre.
Per dire grazie a Dio per tutto ciò che ci ha donato da prima
che esistessimo.
Per intercedere per tutta l’umanità.
Per chiedere perdono per i nostri peccati e per quelli del mondo
intero.
Per pregare per la pace e la giustizia nel mondo e l’unità tra
tutti i Cristiani.
Per chiedere il dono dello Spirito Santo per annunciare il
Vangelo in tutte le nazioni.
Per pregare per i nostri nemici e per avere la forza di
perdonarli.
Storia
La pratica dell'adorazione inizia con il diffondersi della vita
monastica. La vita in clausura prevede infatti lunghi tempi di
meditazione e contemplazione alla presenza dell'Eucaristia. Così
nelle varie forme di monachesimo, si comincia a istituire un
tempo fisso nella vita quotidiana del monaco dedicato proprio
all'adorazione eucaristica.
La prima testimonianza di tale pratica si registra, in una delle
prime biografie dedicate a San Basilio Magno. Dopo la
consacrazione, egli era solito dividere l'Eucaristia in tre
parti: quella che restava dopo la consumazione veniva posta in
un ostensorio sopra l'altare, per l'Adorazione da parte della
comunità. La pratica si diffuse con il tempo, anche presso
chiese e cattedrali, come manifestazione pubblica di affidamento
dei fedeli al Signore.
Il 25 marzo 1654 si registra la fondazione di un monastero in
cui il Santissimo Sacramento era adorato giorno e notte. Da
allora la pratica dell'Adorazione anche perpetua si andò
diffondendo. L'esperienza più forte è quella portata avanti
negli Stati Uniti dalle Sorelle Francescane dell'Adorazione
Perpetua, che la portano avanti ininterrottamente dal 1° agosto
1878.
La redazione C.
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Breve storia del Santo Rosario
Il Rosario è una preghiera devozionale e contemplativa a
carattere litanico tipica della Chiesa cattolica e conoscerne
l'origine ci può insegnare tanto di questa preghiera.
La parola "rosario" (dal latino rosarium/rosaio) deriva da un
usanza medioevale che consisteva nel mettere una corona di rose
sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle
preghiere rivolte a Maria.
Nei conventi i fratelli laici, per la scarsa familiarità con il
latino, quando recitavano i salmi nel coro, integravano le loro
pratiche di pietà con la recita dei "Paternoster" per il cui
conteggio si usava una collana di grani infilati a uno spago.
In realtà, l'abitudine di contare le preghiere con una
cordicella annodata era già diffusa nel III e IV secolo ai tempi
dei monaci eremiti del deserto. Questi strumenti nel Medioevo si
chiamarono "Paternoster".
In un primo tempo, infatti, il culto della Vergine praticamente
non esisteva e la recita dell'Ave Maria, nata nel VII secolo, si
affermò nel mondo cristiano soltanto intorno al mille. Intorno
al XVI secolo si ha la fissazione definitiva della seconda parte
che fino a allora aveva numerose varianti.
Questa devozione fu resa popolare da San Domenico il quale,
secondo la tradizione, ricevette nel 1214 il primo Rosario dalla
Vergine Maria, nella prima di una serie di apparizioni,
invitandoci a recitare il Rosario, come mezzo per la conversione
dei non credenti e dei peccatori.
Promotori di questa devozione sono stati i Domenicani, infatti,
fu Papa S. Pio V (domenicano), il primo a incoraggiare e a
raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve
tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una
preghiera che facciamo insieme alla Madonna, quando con "l'Ave
Maria" La invitiamo a pregare per noi e, la Madre di Dio, unisce
la sua preghiera alla nostra. Essa diventa perciò sempre più
efficace, perché quando Maria domanda sempre ottiene, perché
Gesù non può mai dire di no a quanto gli chiede sua Madre.
Nel 1571, anno della battaglia di Lepanto, papa Pio V chiese
alla cristianità di pregare con il Rosario per la liberazione
dalla minaccia turco-ottomana. La vittoria della flotta
cristiana, avvenuta il 7 di ottobre, fu attribuita
all'intercessione della Vergine Maria, invocata con il Rosario.
In seguito a ciò il Papa introdusse nel calendario liturgico la
festa della Madonna del Rosario per quello stesso giorno.
Un altro impulso alla sua diffusione si ebbe nei secoli XIX e XX
con le apparizioni di Maria a Lourdes e Fatima.
Il Santo Rosario è considerato una preghiera completa perché
riporta in sintesi tutta la storia della salvezza.
Nella forma ridotta, si recita ogni giorno una corona
meditandone i misteri: gaudiosi, dolorosi, gloriosi.
Con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16
ottobre 2002, Giovanni Paolo II ha introdotto facoltativamente i
misteri luminosi (o della Luce) interponendola tra i
misteri gaudiosi e quella dei dolorosi.
Prosegue la lettera: Nella pratica più superficiale è uno
strumento di conteggio delle Ave Maria, ma si presta anche a
esprimere un simbolismo; da notare, come la corona converga
verso il Crocifisso, che apre e chiude il cammino stesso
dell'orazione. In Cristo é centrata la vita e la preghiera dei
credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto mediante
Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre mediante Maria
Vergine.
Nelle apparizioni di Fatima la
madonna disse: quando recitate il Rosario, dite alla fine di
ogni decina: «O Gesù mio, perdonate le nostre colpe;
preservateci dal fuoco dell’inferno; portate in cielo tutte le
anime e soccorrete specialmente le più bisognose della Vostra
misericordia».
La redazione C.
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T
IL TAU è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico,
adottato dalla Bibbia come sigillo e simbolo della salvezza
Divina. Portare questo segno significa fare parte del numero dei
salvati da Dio.
Nel libro di Ezechiele «Il Signore disse: Passa in mezzo alla
città, in mezzo a Gerusalemme e segna un TAU sulla fronte degli
uomini che sospirano e piangono...». (EZ. 9,4). In questo stesso
passo il Profeta Ezechiele raccomanda a Israele di restare
fedele a Dio fino alla fine della vita. Il Profeta, infatti, è
mandato da Dio a segnare con il TAU la fronte di tutti gli
uomini che sospirano e piangono. Costoro sono risparmiati dallo
sterminio e riconosciuti come popolo scelto da Dio.
S. Francesco ebbe carissimo il Segno del TAU e lo adottò come
sua firma. Oggi i seguaci di Francesco, portano il TAU come
segno esterno come "sigillo" del proprio impegno e appartenenza
alla famiglia francescana.
Il Segno del TAU si presenta anche ai Cristiani come simbolo di
redenzione (anche per la sua somiglianza con la croce) e lo
scegliamo come segno di speranza e d'impegno per fare il cammino
di ricerca della volontà di Dio.
La redazione C.
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