VITA DEI
SANTI CON LE STIGMATE
Santa
del mese di febbraio
Santa Caterina de' Ricci (Sandrina)
Vergine del Terz’Ordine regolare di San Domenico.
Firenze 1522 – Prato 1590.
Ricorrenza: 2 febbraio giorno della morte. Viene festeggiata il 4,
poiché il 2 è la ricorrenza della Presentazione al tempio di Gesù.
Fatta Santa da papa Benedetto XIV, nel 1746.
Le sue spoglie si trovano ancora oggi in una teca nella basilica di San
Vincenzo Ferreri a Prato, meta di un continuo pellegrinaggio di fedeli. La
storia registra anche la visita di tre Pontefici: Pio VII, Pio IX e
Giovanni Paolo II, nel 1986.
Rimasta orfana di madre a cinque anni, fin dall'infanzia si sentiva spinta
da impulsi interiori alla meditazione della Passione di Cristo, in cui si
incentrerà tutta la sua futura vita spirituale. Desiderando abbracciare la
vita religiosa, con l'aiuto della matrigna, visitò diversi monasteri,
scegliendo il monastero domenicano di S. Vincenzo di Prato. La decisione
trovò l'opposizione del padre che diede il consenso solo quando la giovane
si ammalò gravemente e fu sul punto di morire, ma guarita miracolosamente.
Appena ebbe il consenso, nel 1535, allora dodicenne, entrò nel monastero
di S. Vincenzo, aiutata dallo zio, p. Timoteo Ricci.
Nell'ambiente del monastero fu dapprima circondata dalla diffidenza, che
non comprendevano i suoi atteggiamenti estatici e le sue grazie
straordinarie; ritenuta affetta da squilibrio psichico e fu quasi per
essere dimessa alla vigilia della professione religiosa. Nel 1536 emise i
voti cambiando il suo nome di Alessandra Lucrezia Romola in quello di
Caterina. Caterina, prima vista con sospetto seppe guadagnarsi a poco a
poco l'ammirazione e il rispetto delle consorelle e più tardi divenne
anche priora per ben sette bienni del suo monastero, durante i quali la
comunità fiorì materialmente. In lei si alternavano fasi di malattie
straordinarie e straordinarie guarigioni. I tormenti fisici e morali
furono la preparazione a prove ben più straordinarie, che noi conosciamo
in parte, attraverso le rivelazioni fatte da Caterina alla maestra di
noviziato, suor Maddalena Strozzi, per imposizione dello zio, p. Timoteo.
Il fulcro della sua spiritualità è stata la meditazione della Passione
e durante la vita conobbe varie estasi mistiche.
Il primo giovedì di febbraio del 1542, Caterina ebbe la prima estasi della
Passione, fenomeno mistico che si ripeté settimanalmente per dodici anni:
dal mezzogiorno dei giovedì alle ore 16 del venerdì, riviveva momento per
momento le diverse fasi del Calvario nella più intima comunione spirituale
con la Vergine, e per l'intero corso della settimana portava impressi
nella carne i segni di un'atroce sofferenza.
durante questi eventi, i presenti potevano scorgere sul suo corpo i segni
della flagellazione e della crocifissione, fatto questo che richiamava a
Prato numerosi visitatori e devoti.
La notizia del fenomeno procurò l'intervento delle autorità, tra cui il
generale delI'Ordine, Alberto Las Casas e papa Paolo III inviò un
cardinale per un esame, il cui esito fu positivo. Il 9 aprile 1542 fu
concesso a Caterina l'anello del mistico sposalizio. Il 14 dello stesso
mese durante l'estasi di ventotto ore, sentì le mani e i piedi trapassati
da invisibili chiodi e una lama trafiggerle il cuore, lasciandone i segni
impressi nella carne: le Stimmate delle cinque Piaghe. Secondo i racconti,
le cinque ferite erano luminose, e rimasero visibili sul suo corpo, non
corrotto dal tempo; Nella vigilia del Natale 1542, le fu promessa la
corona di spine, che si posò sul suo capo a breve distanza di tempo.
Il 24 agosto, mentre nella cella pregava rivolta al Crocifisso appeso alla
parete, vide Gesù staccare le braccia dal legno e protendersi verso di lei
che prontamente lo sostenne abbracciandolo. Questo abbraccio fu veduto
anche da Sr. Maddalena e da altre persone. Infine, un altro segno fu visto
soltanto dopo la sua morte: un solco livido che scendeva dalla spalla
destra a metà del dorso, testimone della pesantezza della croce portata
ogni settimana per molti anni.
Arricchita di doni spirituali, Caterina iniziò allora una silenziosa e
feconda azione apostolica di cui rimane il ricchissimo epistolario. Si
formò intorno a lei un gruppo di discepoli, che ricorreranno a lei per
preghiere e consigli. Intrecciò relazioni epistolari con S. Filippo Neri,
S. Carlo Borromeo e S. Maria Maddalena De' Pazzi, fu in corrispondenza con
papa S. Pio V, collaborando alla Controriforma cattolica.
Compatrona della diocesi di Prato
Emblema: Giglio