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HABEMUS PAPAM
Papa Leone
XIV
La Chiesa Cattolica ha il suo nuovo Papa: è Robert Francis Prevost.

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SANTA DEL MESE DI MAGGIO

Vedova e monaca agostiniana.
Roccaporena, presso Cascia, Perugia, c. 1381 – Cascia, Perugia, 1447/1457

Proclamata Santa da Papa Leone XIII il 24 maggio 1900.
Il suo corpo si venera nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi.

Rita da Cascia, al secolo Margherita Lotti, figlia unica, sotto la vigile cura dei genitori diedero a Rita una buona educazione, insegnandole a scrivere e leggere, cresceva giudiziosa e pia, con particolar tendenza alla solitudine ed alla preghiera. Coltivava fin da giovane il sogno di consacrarsi a Dio, ma per obbedienza ai genitori, sposò un giovane di buona volontà ma di carattere violento da cui ebbe due figli. Armata di pazienza sopportò con amore i suoi maltrattamenti senza mai lamentarsi, ne addolcì il cuore riconciliandolo infine con Dio. La loro unione venne interrotta dopo 18 anni quando il marito venne assassinato. Ella, capace di una sconfinata pietà, coerente con il Vangelo di Dio, anziché pensare alla vendetta, invocava il perdono per chi le stava procurando tanto dolore e non solo: ma cercava di istillare nei suoi figli l’eroismo del perdono cristiano. Scorgendo che crescevano tuttavia bramosi della vendetta allora Rita arrivò a pregare Dio per la morte dei figli, piuttosto che saperli macchiati del sangue fraterno: entrambi morirono di malattia in giovane età, Dio l’esaudì.
Morti i figli, Rita ebbe molto a soffrire per l’odio dei parenti, che convinse, dopo contrasti e grazie a prodigi, a non vendicarsi.
Vedova e sola, in pace con tutti, decise di seguire il desiderio giovanile entrando nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino a Cascia. Visse per quarant’anni anni nell’umiltà, nella carità, nella preghiera e nella penitenza e la passione di Gesù era la sua meditazione prediletta.
Nel Monastero rimase fino alla sua morte all’età di 76 anni e si dice che abbia compiuto almeno altri 5 prodigi prima di morire: un giorno, mentre pregava con più intenso fervore, davanti a un crocifisso, avendo chiesto al Signore di partecipare alle sofferenze della Passione, un raggio di luce partì dal Crocifisso, si rifletté sul capo di Rita, poi una spina si staccò dalla corona di Gesù e venne a trafiggere la sua fronte arrecandole atroci dolori, produsse una profonda ferita seguita da un’insanabile piaga, come segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Piaga che rimase, per quindici anni, fino alla morte, che oltre ad acuti dolori esalava un grande fetore, per cui Ella per non infastidire le sorelle amava restare solitaria e conversare con Dio.
I segni della ferita sono tuttora visibili, come è stato riscontrato nelle ricognizioni del corpo avvenute nel corso dei secoli, l’ultima nel 1972.
Costretta a letto e prossima alla morte, ricevendo la visita di una parente le chiese una rosa dall’orto. La visitatrice obiettò che si era in pieno inverno, il gelo e la neve erano abbondanti, ma Rita insistette. Credette che scherzasse: però, rientrata a casa la parente, con grande stupore, trovò una bella rosa, era un regalo del suo Gesù, che colse portandola alla santa la quale la consegnò alle consorelle.
Vicina a morire udì Gesù e la sua santa Madre che la invitavano alla celeste dimora.
Rita da Cascia è considerata la Santa degli impossibili perché si ricorre alla sua intercessione nei casi che sembrano disperati.
Attributi: veste agostiniana, spina in fronte crocifisso.

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