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FRASE PRESA DAL DISCORSO O OMELIA DI PAPA FRANCESCO

Ci è stato dato un figlio. Sei Tu, Gesù, il Figlio che mi rende figlio. Tu mi ami come sono, non come mi sogno di essere; io lo so!

27-11-2023
Tratta da “Il mio presepe”, novembre 2023, Piemme.

 

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SANTO DEL MESE DI NOVEMBRE

 Vescovo detto Doctor Universalis.
Lauingen (Germania), 1193-1206 circa – Colonia, 1280
Ricorrenza: 15 novembre
Fu proclamato Dottore della Chiesa da Papa Pio XI nel 1931.

Nacque in Germania, molto giovane venne in Italia per studiare le arti a Padova. Durante il soggiorno nella penisola, conobbe i domenicani, dai quali fu inviato a Colonia per la formazione religiosa e per lo studio della teologia. Entrato nell’Ordine dei Predicatori, insegnò a Parigi con la parola e con gli scritti, filosofia e teologia, durante i quali ebbe un allievo d’eccezione: Tommaso d’Aquino. Rimandato dai superiori a Colonia per fondarvi lo studio teologico, portò con sé Tommaso con il quale avviò un progetto molto ambizioso: il commento dell’opera di Dionigi l’Areopagita e degli scritti filosofico naturali di Aristotele. Alberto vedeva il punto d’incontro di questi due autori nella dottrina dell’anima. Riuscì ad unire in mirabile sintesi la sapienza dei santi con il sapere umano e la scienza della natura. Alberto dava così avvio all’orientamento mistico nel suo ordine che sarà sviluppato da maestro Eckhart, mentre la ricerca filosofico – teologica verrà proseguita da S. Tommaso.
È considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del medioevo, grande studioso delle scienze naturali. Fu provinciale dell’ordine domenicano per il nord della Germania, per breve tempo vescovo di Ratisbona, dove si adoperò assiduamente per rafforzare la pace tra i popoli, ma dopo un anno preferì la povertà dell’Ordine a ogni onore e spendendo il resto della sua vita tra preghiera e composizione di opere scientifiche ed ascetiche.
Protettore di: scienziati, naturalisti e studenti di scienze naturali.
Emblema: bastone pastorale.
Attributi: il libro e la penna

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 17367 SONO TORNATE LE CAMPANE

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Andiamo incontro al Signore che viene.
Nei riti cristiani occidentali l’Avvento segna l’inizio del nuovo anno liturgico e termina con la Solennità di Cristo Re.
L’origine del tempo di Avvento viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale, a Roma, a cui ci porta l’Avvento, risale all’anno 336, ma solo nel VI secolo si è creato un tempo di preparazione, di riflessione e di penitenza che assumerà più avanti un vero e proprio carattere liturgico.
L’Avvento (dal latino adventus=venuta) è un periodo ricalcato sul modello di preparazione alla Pasqua.
-La prima parte di esso è orientata all’annunciazione della venuta gloriosa di Cristo.
-la seconda parte è concentrata sulla nascita del figlio di Dio e sull’incarnazione del Verbo.
Durante l’Avvento sul presbiterio ci sarà una corona “Corona dell’Avvento” decorata con candele che scandiscono le settimane che mancano alla nascita di Cristo e verranno accese una alla volta per ogni domenica di Avvento. Se durante questo periodo non si recita il Gloria, ciò succede per una ragione differente rispetto al periodo penitenziale pasquale: il canto degli angeli sopra l’accampamento dei pastori “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14) deve risuonare a Natale ancora una volta come un nuovo messaggio.
L’Avvento è un periodo di quattro settimane, contraddistinto da un atteggiamento d’attesa e di preparazione per l’accoglienza del Messia, all’insegna della vigilanza e della preghiera.
Tempo di attesa e speranza, ma anche tempo di ascolto attivo e di riflessione interiore, di rinnovamento spirituale, in cui il desiderio di Dio si rianima e diventa capace di dare un nuovo orientamento al nostro agire quotidiano.

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