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L’angolo Biblico
“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. (24, 35)” Matteo

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SANTA DEL MESE DI LUGLIO

Vergine. Una delle più grandi mistiche della storia.
Mercatello (Urbino) 1660 – Città di Castello 1727.
Ricorrenza: 9 luglio giorno della morte.
Proclamata Santa da Papa Gregorio XVI nel 1839.

È una grande mistica cristiana che ebbe a modello la spiritualità francescana, intesa come meditazione della passione di Cristo e offerta riparatoria per i peccati degli uomini.
Ultima di sette sorelle, tre delle quali monache, fu battezzata col nome di Orsola. La madre morì che lei aveva solo sette anni ma sul letto di morte la pose, insieme alle sorelle, sotto la protezione di Cristo sofferente, assegnando a ciascuna una piaga del crocifisso come rifugio e oggetto particolare di devozione. Ad Orsola toccò quella del S. Cuore. Sin da bambina si sforzò di essere ubbidiente, umile e devota e da sempre desiderò consacrarsi al Signore divenendo sua sposa. Tale rinuncia a sé stessa e al mondo insieme alla dedizione generosa al Signore ed ai poveri in suo nome, furono l’inizio di quella perfezione che la condusse alla santità.
A 17 anni, con la pazienza e le preghiere vinse l’ostinato suo padre che la voleva sposare a qualche nobile, ed entrò nel Monastero di stretta clausura delle Clarisse Cappuccine di Città di Castello (PG), cambiando il nome in Veronica per ricordare la Passione di Gesù.
Qui svolse diversi servizi a cominciare dai più umili fino a divenire maestra delle novizie e dal 1716 badessa, incarico nel quale sarà riconfermata fino alla morte.
Molte furono le grazie, i doni, le visioni, le estasi, i carismi che Dio le elargì. In modo misterioso, ma reale e visibile, sperimentò tutti i martiri e gli oltraggi della Passione. Nel 1694 ricevette nel capo l’impressione delle spine, che lasciò profonde ed acute trafitture. Dopo tre anni, dove si alimentò solo a pane e acqua, il Venerdì Santo del 1697 le apparve Gesù Crocifisso e le impresse le sacre stimmate per ciò veniva chiamata la “sposa del crocifisso”. Questi fenomeni furono severamente controllati dalle autorità competenti che cercarono di mortificarla oltre ogni modo. Ma la pace del cuore non abbandonò mai la santa che si rammaricava solo di non poter assistere alla santa messa e ricevere l’Eucaristia. Grazie alla sua virtù Veronica fu finalmente riconosciuta e stimata, tanto da venire eletta badessa.
Cessata la dura prova, Gesù però voleva partecipare, alla sua serva, altri dei suoi dolori. Tutti gli strumenti della passione del Signore furono impressi in modo sensibile nel cuore di Veronica.
Morì il 9 luglio 1727, dopo 33 giorni di malattia e cinquant’anni di vita claustrale.
Nulla sapremmo delle esperienze della santa se il suo direttore spirituale non le avesse ordinato di trascriverle in un diario, Il tesoro nascosto, pubblicato postumo; attraverso il quale si scopre come, proprio perché tutta dello Sposo Gesù, Veronica sia “per gli altri”, missionaria e riparatrice. Le mura della clausura non sono un impedimento: nella pratica del suo agire per gli altri, Veronica dimostra come il “cuore non tolleri clausure”.
Per la santa sono capitali: 1) il primato dell’amore infinito di Dio; 2) la realtà spaventosa dell’inferno alla quale molti oggi non credono più; 3) la dottrina dell’espiazione; 4) il ruolo indispensabile di Maria Santissima.
Il giorno dopo la morte di Veronica, il vescovo di Città di Castello, chiese ai medici di effettuare l’autopsia del cadavere e questi annotarono, così come descritti e disegnati da Veronica nel suo diario, di un cuore «trafitto da parte a parte», mentre sulle pareti dei ventricoli riscontrarono i segni della Passione: la croce, la lancia, le tenaglie, il martello, i chiodi, il flagello e la colonna della flagellazione.
Patronato: sportivi della scherma
Emblema: giglio

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